Vita Morte e Miracoli
"Vita, morte & miracoli" è un doppio cd composto da 35 canzoni che fanno star bene: più di due ore di storie, rabbia, racconti, descrizioni, prese di posizione, visioni, punti di vista e molto altro. Si tratta di un enorme caleidoscopio rap in cui emerge la volontà di SPNS (interessante collettivo da Reggio Emilia) che sfrutta tutte le capacità per dipingere la sua tela stando attento a non tralasciare nessun dettaglio; tutto è al proprio posto ed ogni cosa è illuminata con la giusta luce.
Passando alle canzoni, l'ascoltatore si riflette nelle rime e nelle note di SPNS: da "Tanga" che affronta a muso duro tematiche 'calde' come droga, libertà, contemporaneità, incomprensioni e debolezze in un tripudio di scratch e voci che si intrecciano irrefrenabilmente. "Bombarolo" riprende il tema portante e l'incipit della famosa canzone di Fabrizio De Andrè per poi 'adattare' ed attualizzare l'argomento dinamitardo con una certa dimestichezza e una scelta lirica graffiante ed aggressiva. Si scende poi nella descrizione più profonda e accorata del ghetto in "Rappresent", per poi passare alla splendente "Esperanza" con un intrigante loop di pianoforte che delinea ottimamente i tratti di un testo fra i più espressivi di tutto il lavoro.
Il colore si fa più cupo sia come tematica (riecheggiano i giorni di Genova del 2001) sia come modalità di cantato (stretto e incazzato) in "Fucking" che allunga la determinazione e la volontà di denuncia nuda e cruda (anche se con target diverso) in "Controtutti". Il beat si ammorbidisce un pò in "Salvezza" ma non si ammorbidiscono affatto le parole che non risparmiano e che (dal ritornello "...La mia città piena di zanchi e fighe tirate che vanno matte per le blank e le righe pippate, la mia città piena di mostri e sogni riposti, la mia città piena di posti nascosti e loschi, la mia città quel che vedo ogni giorno, la mia città quello che sogno quando dormo, la mia città piena di buche, la mia città piena di vuote nuche..."). Interessante narrativamente è il trittico "Racconti", "Storie" e "Certi ragazzi". Del secondo cd meritano una menzione a parte i brani "Killer", "mafia" e "Nero".
Le canzoni scivolano lucidamente con le rime che sfrecciano veloci e si incastrano perfettamente, senza la minima sbavatura. SPNS è un collettivo che ha molto da dire e da raccontare e sceglie una forma musicale espressiva che arriva diretta, senza mediazioni. Massimo rispetto.
antonio giovanditti
Passando alle canzoni, l'ascoltatore si riflette nelle rime e nelle note di SPNS: da "Tanga" che affronta a muso duro tematiche 'calde' come droga, libertà, contemporaneità, incomprensioni e debolezze in un tripudio di scratch e voci che si intrecciano irrefrenabilmente. "Bombarolo" riprende il tema portante e l'incipit della famosa canzone di Fabrizio De Andrè per poi 'adattare' ed attualizzare l'argomento dinamitardo con una certa dimestichezza e una scelta lirica graffiante ed aggressiva. Si scende poi nella descrizione più profonda e accorata del ghetto in "Rappresent", per poi passare alla splendente "Esperanza" con un intrigante loop di pianoforte che delinea ottimamente i tratti di un testo fra i più espressivi di tutto il lavoro.
Il colore si fa più cupo sia come tematica (riecheggiano i giorni di Genova del 2001) sia come modalità di cantato (stretto e incazzato) in "Fucking" che allunga la determinazione e la volontà di denuncia nuda e cruda (anche se con target diverso) in "Controtutti". Il beat si ammorbidisce un pò in "Salvezza" ma non si ammorbidiscono affatto le parole che non risparmiano e che (dal ritornello "...La mia città piena di zanchi e fighe tirate che vanno matte per le blank e le righe pippate, la mia città piena di mostri e sogni riposti, la mia città piena di posti nascosti e loschi, la mia città quel che vedo ogni giorno, la mia città quello che sogno quando dormo, la mia città piena di buche, la mia città piena di vuote nuche..."). Interessante narrativamente è il trittico "Racconti", "Storie" e "Certi ragazzi". Del secondo cd meritano una menzione a parte i brani "Killer", "mafia" e "Nero".
Le canzoni scivolano lucidamente con le rime che sfrecciano veloci e si incastrano perfettamente, senza la minima sbavatura. SPNS è un collettivo che ha molto da dire e da raccontare e sceglie una forma musicale espressiva che arriva diretta, senza mediazioni. Massimo rispetto.
antonio giovanditti
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