THE CORE - HandMade
Si chiamano THE CORE (il nome rimando al nucleo, al cuore) e sono Erik Martinez, Stefano Russo, Mattia Pilloni e Andrea Capitoni; sono una band di Viterbo e propongono un mix turbolento di rock, post-grunge ed indie-blues. Hanno pubblicato la demo dal titolo "HANDMADE" che esprime la loro passione per la musica.
Sebbene la qualità audio non sia eccelsa, il lavoro della band restituisce con fedeltà una volontà di lanciare un crossover in cui convergono diversi rivoli sonori. In tutto si tratta di cinque brani per un totale di 25 minuti in cui sono chiari gli echi di mostri sacri come Alice in chains, Dream Theater ecc... La voce ha un colore molto scuro che si completa alla perfezione con la scelta stilistica sonora dei THE CORE che vogliono andare in una direzione sonica ben precisa: la ricerca di un'originalità seppur avendo in grembo i clichées musicali già affermati.
Analizzando i cinque brani, sicuramente spicca la cover di "MAD WORD" dei Tears for fears che definisce la vera forza della band che lascia trasparire un'attitudine ben delineata dal potenziale molto interessante. "Blues for a tool" e "The room in the man" sono altri due esempi di una genuinità di idee e una buona capacità di realizzazione. Un piccolo consiglio è quello di insistere sul versante dei brani originali in modo da poter assecondare i molti (e interessanti!) spunti che il quartetto offre.
antonio giovanditti
Sebbene la qualità audio non sia eccelsa, il lavoro della band restituisce con fedeltà una volontà di lanciare un crossover in cui convergono diversi rivoli sonori. In tutto si tratta di cinque brani per un totale di 25 minuti in cui sono chiari gli echi di mostri sacri come Alice in chains, Dream Theater ecc... La voce ha un colore molto scuro che si completa alla perfezione con la scelta stilistica sonora dei THE CORE che vogliono andare in una direzione sonica ben precisa: la ricerca di un'originalità seppur avendo in grembo i clichées musicali già affermati.
Analizzando i cinque brani, sicuramente spicca la cover di "MAD WORD" dei Tears for fears che definisce la vera forza della band che lascia trasparire un'attitudine ben delineata dal potenziale molto interessante. "Blues for a tool" e "The room in the man" sono altri due esempi di una genuinità di idee e una buona capacità di realizzazione. Un piccolo consiglio è quello di insistere sul versante dei brani originali in modo da poter assecondare i molti (e interessanti!) spunti che il quartetto offre.
antonio giovanditti
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