Rust
I Rudyscave rappresentano il perfetto connubio tra ciò che era, ciò che è e ciò che potrebbe essere nel rock-grunge italiano.
Il loro primo lavoro, Rust è l'insieme pensato e tagliato sulle influenze musicali, influenze che si riversano totalmente nell'orecchio ascoltatore: la voce bellissima del cantante Gian Maria che ripercorre quasi i toni di Scott Weiland o di Chris Cornell, mai banali e perfetti nella loro completezza della melodia.
Il disco è composto da 11 tracce, alcune delle quali dei demo. La ricetta che ho assorbito da questi pezzi è stata un amalgamo tra il loro stampo rock con sfumatore più orientate verso band come i Nine Inch Nails (come in Locis Pybeo, pezzo che mi ha ricordato parecchio i vecchi NIN in alcuni riverberi e assoli vocali molto in stile Reznor), Foo Fighters (soprattutto in Gale) e Pearl Jam (che ho notato in Precipitate)
Nonostante queste somiglianze, o riferimenti, questa band mi ha colpita immediatamente per la loro bravura e fortissima identità, difficile da far emergere in un genere così ampio come il Rock figlio dei Nirvana.
La loro bravura tecnica e vocale mi ha lasciato piacevolmente sorpresa nel riascoltare le stesse tracce anche più e più volte.
Altro punto a favore è che questo disco è interamente autoprodotto nei Filter Studio, nella zona romagnola dei 5 ragazzi, e il risultato sonoro è veramente molto buono.
Consigliatissimi e attendo loro notizie per un nuovo da ascoltare!
Martina Di Berardino
Il loro primo lavoro, Rust è l'insieme pensato e tagliato sulle influenze musicali, influenze che si riversano totalmente nell'orecchio ascoltatore: la voce bellissima del cantante Gian Maria che ripercorre quasi i toni di Scott Weiland o di Chris Cornell, mai banali e perfetti nella loro completezza della melodia.
Il disco è composto da 11 tracce, alcune delle quali dei demo. La ricetta che ho assorbito da questi pezzi è stata un amalgamo tra il loro stampo rock con sfumatore più orientate verso band come i Nine Inch Nails (come in Locis Pybeo, pezzo che mi ha ricordato parecchio i vecchi NIN in alcuni riverberi e assoli vocali molto in stile Reznor), Foo Fighters (soprattutto in Gale) e Pearl Jam (che ho notato in Precipitate)
Nonostante queste somiglianze, o riferimenti, questa band mi ha colpita immediatamente per la loro bravura e fortissima identità, difficile da far emergere in un genere così ampio come il Rock figlio dei Nirvana.
La loro bravura tecnica e vocale mi ha lasciato piacevolmente sorpresa nel riascoltare le stesse tracce anche più e più volte.
Altro punto a favore è che questo disco è interamente autoprodotto nei Filter Studio, nella zona romagnola dei 5 ragazzi, e il risultato sonoro è veramente molto buono.
Consigliatissimi e attendo loro notizie per un nuovo da ascoltare!
Martina Di Berardino
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