Rap Pvblica EP
Cinque ragazzi (Ciccaldo Matteo - Chitarra Elettrica // Lenzi Alessandro - Basso // Madeo Simone - Voce // McAinsh Cameron - Chitarra Elettrica // Pasinetti Michele - Batteria) di origini italo-britanniche con base a Bergamo decidono di dare vita a una band crossover e di chiamarla RAP PVBLICA. Testi e musiche originali composte da loro, un'energia sprigionata in ogni singolo istante della loro musica, la rabbia e la forza di non lasciare nulla al caso, la cognizione delle proprie capacità: questo e molto altro sono i RAP PVBLICA.
La band lombarda ha molte frecce al proprio arco per colpire l'attenzione dell'ascoltatore e le usa tutte in maniera chirurgica: nel loro primo ep si possono evidenziare ottimi riff di chitarra, una sezione ritmica possente, testi caustici che arrivano dritti come un pugno allo stomaco.
Calandoci nelle sette canzoni del primo lavoro del gruppo, ci si imbatte nella granitica "Proiettili" che si scaglia contro le scelte dello Stato servita in un mix di rock pesante infarcito di soft-electro, groove e una deliziosa parte iniziale affidata a un rabbioso spoken-word. Il rock si fa largo in "Primo istinto" con un gagliardo giro di basso-batteria sostenuto da un poderoso riff di chitarra; aumenta la tensione narrativa e sonora l'ossessività del verso 'le colpe dei padri ricadono sui figli'. Il crossover è incarnato appieno in questo brano: l'attitudine vocale e l'approccio sonico al brano rispecchiano una precisa idea di musica di protesta caratterizzata da un cantato che rifugge dalla linea melodica che cerca di essere il veicolo di comunicazione, senza troppi fronzoli e senza cercare il bel canto.
"Piranha" azzanna col suo rock rappato che segna profondamente la prima parte del brano. Nel ritornello si assiste a un velocizzarsi improvviso delle dinamiche che dà un altro colore al pezzo. Si parla di rivoluzione, integrità morale, giustizia, delle persone che governano il Paese: in questa canzone come in tutte le altre si respira forte la voglia di alzarsi contro l'andazzo generale dipinto come un qualcosa che penalizza tutti.
Un brano rappato, cadenzato, travolgente è "Ombra della croce". Il rap continua in "Nuovo ordine mondiale" dove si affronta il macrotema della crisi, la nuova servitù taciuta, la pace armata. L'eco di band americane di denuncia anni 90 è molto forte in questo brano.
La potenza ed il tiro delle canzoni non scema nemmeno negli ultimi due brani "Dittatura democratica" e "Diamanti" dove si assiste a interessanti scelte stilistiche in quanto a effetti e riff.
Accattivanti i RAP PVBLICA che riescono a tradurre in musica un disagio sociale, culturale, morale. Sono forti e decisamente vivi (in più di un pezzo) i rimandi a band come i Rage Against The Machine, nonostante il quintetto cerchi sempre di mantenere una freschezza ed un'originalità genuine.
antonio giovanditti
La band lombarda ha molte frecce al proprio arco per colpire l'attenzione dell'ascoltatore e le usa tutte in maniera chirurgica: nel loro primo ep si possono evidenziare ottimi riff di chitarra, una sezione ritmica possente, testi caustici che arrivano dritti come un pugno allo stomaco.
Calandoci nelle sette canzoni del primo lavoro del gruppo, ci si imbatte nella granitica "Proiettili" che si scaglia contro le scelte dello Stato servita in un mix di rock pesante infarcito di soft-electro, groove e una deliziosa parte iniziale affidata a un rabbioso spoken-word. Il rock si fa largo in "Primo istinto" con un gagliardo giro di basso-batteria sostenuto da un poderoso riff di chitarra; aumenta la tensione narrativa e sonora l'ossessività del verso 'le colpe dei padri ricadono sui figli'. Il crossover è incarnato appieno in questo brano: l'attitudine vocale e l'approccio sonico al brano rispecchiano una precisa idea di musica di protesta caratterizzata da un cantato che rifugge dalla linea melodica che cerca di essere il veicolo di comunicazione, senza troppi fronzoli e senza cercare il bel canto.
"Piranha" azzanna col suo rock rappato che segna profondamente la prima parte del brano. Nel ritornello si assiste a un velocizzarsi improvviso delle dinamiche che dà un altro colore al pezzo. Si parla di rivoluzione, integrità morale, giustizia, delle persone che governano il Paese: in questa canzone come in tutte le altre si respira forte la voglia di alzarsi contro l'andazzo generale dipinto come un qualcosa che penalizza tutti.
Un brano rappato, cadenzato, travolgente è "Ombra della croce". Il rap continua in "Nuovo ordine mondiale" dove si affronta il macrotema della crisi, la nuova servitù taciuta, la pace armata. L'eco di band americane di denuncia anni 90 è molto forte in questo brano.
La potenza ed il tiro delle canzoni non scema nemmeno negli ultimi due brani "Dittatura democratica" e "Diamanti" dove si assiste a interessanti scelte stilistiche in quanto a effetti e riff.
Accattivanti i RAP PVBLICA che riescono a tradurre in musica un disagio sociale, culturale, morale. Sono forti e decisamente vivi (in più di un pezzo) i rimandi a band come i Rage Against The Machine, nonostante il quintetto cerchi sempre di mantenere una freschezza ed un'originalità genuine.
antonio giovanditti
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