NERO
Mi avvicino a Gli Amici di Efrem, nel modo più puro possibile. Schiaccio play senza sapere nulla se non il nome della band e del disco, Nero. La sensazione che ho subito e che mi accompagna dall'inizio fino alla fine è di un rock/alternative tipico degli anni '90. Dicono di ispirarsi alla musica anni 60/70 e al cantautorato italiano, ma onestamente non ho avuto la stessa sensazione.
Ad ogni modo, i ragazzi hanno una buona padronanza dei loro strumenti e si sente, e anzi, credo che dal vivo rendano anche molto di più (un brano come "L'occhio scruta" mi sembra più adatto ad un live che allo studio). Nero è il loro primo disco coj molti echi di rock anni '90 con tutto ciò che ne consegue, ovvero muri di chitarre e relativi assoli. La band presenta 8 brani che però hanno molto da dare all'ascoltatore; La già citata Immagini Ferme ha tutte le caratteristiche per essere un singolo: orecchiabile, tirato, piacevole. Oppure ne Il giardino di stelle ci sono forti echi degli Alice In Chains, specialmente nell'uso delle doppie voci e delle armonie vocali, che alzano il livello sonoro del disco, come anche la title track Nero, che rallenta i ritmi ma trasuda emozione e pathos da tutti i pori, con il chitarrista che svolge un lavoro eccellente. Il brano mi ha fatto tanto pensare ai Timoria di Viaggio senza vento, specie nell'uso della doppia voce in un'attitudine che solo Renga e Pedrini sapevano fare dal vivo. Ha una crescita di tono perfetta e lo considero di gran lunga il pezzo migliore del disco. Una nota a parte per Terra Remote, che è un pezzo che incuriosisce grazie ai continui cambi di tempo che spiazzano l'ascoltatore. Non si sa mai cosa aspettarsi.
La chiusa è che credo che Gli Amici di Efrem siano molto bravi, ma credo che diventerebbero una band davvero valida se solo si lasciassero andare di più con soluzioni più personali invece di cercare di ricalcare uno stile che ormai ha parecchi anni. Gli appassionati del genere sicuramente apprezzeranno, se l'obiettivo è quello di conquistare più persone...
il mio personale consiglio è quello di lasciarsi andare, di sperimentare, provare, metterci il proprio e di costruire qualcosa di personale.
Martina Di Berardino
Ad ogni modo, i ragazzi hanno una buona padronanza dei loro strumenti e si sente, e anzi, credo che dal vivo rendano anche molto di più (un brano come "L'occhio scruta" mi sembra più adatto ad un live che allo studio). Nero è il loro primo disco coj molti echi di rock anni '90 con tutto ciò che ne consegue, ovvero muri di chitarre e relativi assoli. La band presenta 8 brani che però hanno molto da dare all'ascoltatore; La già citata Immagini Ferme ha tutte le caratteristiche per essere un singolo: orecchiabile, tirato, piacevole. Oppure ne Il giardino di stelle ci sono forti echi degli Alice In Chains, specialmente nell'uso delle doppie voci e delle armonie vocali, che alzano il livello sonoro del disco, come anche la title track Nero, che rallenta i ritmi ma trasuda emozione e pathos da tutti i pori, con il chitarrista che svolge un lavoro eccellente. Il brano mi ha fatto tanto pensare ai Timoria di Viaggio senza vento, specie nell'uso della doppia voce in un'attitudine che solo Renga e Pedrini sapevano fare dal vivo. Ha una crescita di tono perfetta e lo considero di gran lunga il pezzo migliore del disco. Una nota a parte per Terra Remote, che è un pezzo che incuriosisce grazie ai continui cambi di tempo che spiazzano l'ascoltatore. Non si sa mai cosa aspettarsi.
La chiusa è che credo che Gli Amici di Efrem siano molto bravi, ma credo che diventerebbero una band davvero valida se solo si lasciassero andare di più con soluzioni più personali invece di cercare di ricalcare uno stile che ormai ha parecchi anni. Gli appassionati del genere sicuramente apprezzeranno, se l'obiettivo è quello di conquistare più persone...
il mio personale consiglio è quello di lasciarsi andare, di sperimentare, provare, metterci il proprio e di costruire qualcosa di personale.
Martina Di Berardino
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