Grief And Desire
Descrizione
«[…] Si trattava, né più né meno, del sintomo di sentirsi donna. / Il termine isteria non cesserà di indicare il lato femminile in termini di colpevolezza. / L’isteria fu prodigio e dramma delle profondità»: proprio come un libro – a rimarcare un certo carattere letterario – il booklet del cd (nell’edizione limitata deluxe) si apre con queste citazioni, tratte da L’invenzione dell’isteria di G. Didi-Huberman.
Il testo viene spesso ricordato dalla cantautrice, dato che lo pseudonimo “Augustine” proviene dal nome dell’isterica attorno alla quale il filosofo dell’arte costruisce il suo saggio. La condizione paradossale dell’isteria è infatti assunta dall’autrice come paradigma dell’operare artistico, nel momento in cui ciò – spiega – «non può prescindere dall’espressione di una complessa sensibilità femminile».
«Ho pensato per la prima volta all’accostamento di queste due parole, quasi un ossimoro – continua Augustine – guardando i quadri di uno dei pittori che più amo, Dante Gabriel Rossetti. Le sue figure femminili fanno la loro apparizione precisamente nel punto di confine tra lutto e desiderio; trovo che questi due termini denominino i due poli dell’esistenza. Qui nacque l’idea per la canzone, che poi ha dato il nome all’intero l’album».
L’incipit spetta proprio al brano Grief And Desire, a dichiarare subito il clima e il senso comune a tutte e 15 le tracce. Il termine inglese “grief” si traduce in italiano con “dolore”, ma sta a significare, più precisamente, il dolore causato da una perdita. Come scrive E. M. Cioran in L’inconveniente di essere nati, altra citazione riportata in epigrafe: «Ogni impressione profonda è voluttuosa o funebre, o le due cose insieme».
L’album è concepito come una sorta di diario, di romanzo auto-biografico, dove i capitoli sono canzoni. Un carattere di intimità e di introspezione pervade tutto il lavoro, realizzato in completa autonomia dalla cantautrice, nella casa di campagna dove vive, in Umbria: «Grief And Desire è nato contestualmente alla condizione di domesticità che mi sono costruita in questo luogo. – racconta – La musica è diventata, da allora, la forma di scrittura privilegiata per il mio diario privato, in una dimensione di convivenza totale, quotidiana, di lavoro ed esistenza».
In un primo momento, l’autrice non considera l’ipotesi di una pubblicazione; si affida all’home-recording immediatamente dopo la scrittura dei brani, per fissare in musica «fugaci apparizioni, brevi epifanie» – come le definisce – in rapida successione, alternando momenti più pregnanti a momenti di passaggio più leggeri, quasi intervalli.
L’home-recording le permette una libertà totale nella pratica del vocal layering, processo di stratificazione vocale, attraverso il quale la cantante sovra-incide numerose tracce canore, a formare particolari armonizzazioni – caratteristica presente fin dai suoi primi lavori, che raggiunge qui una forma più matura. Inoltre si dedica ad ogni strumento: le parti di chitarra, basso, percussioni, tastiera e batteria elettronica sono tutte scritte, suonate e registrate da Augustine stessa.
«Arrivata ad un certo punto, mi sono resa conto che avevo accumulato molto materiale, che valeva la pena di portare alla luce» – spiega. Nasce in questo momento il sodalizio con il produttore, compositore e musicista perugino Daniele Rotella (Boda, in arte) e termina così la prima fase, solitaria, del progetto: Augustine consegna il materiale (da lei stessa provvisoriamente missato) nelle mani del professionista, che realizza il missaggio definitivo delle tracce e trasforma un lavoro artigianale in un album finalmente pronto alla pubblicazione.
Grief And Desire è un autoritratto; l’autrice stessa parla di musica come di «questione identitaria». Nei brani, si pone come oggetto e soggetto allo stesso tempo, attraverso un gioco di identificazioni, che la porta – tra l’altro – a vestire i panni di Augustine, come abbiamo visto nel videoclip. Risale proprio alla composizione dell’omonimo brano la scelta di assumere definitivamente quel nome d’arte. Come l’isterica, la compositrice, nell’immagine di sé (attraverso la musica), trova la propria identità: «distorta, frammentata, eppure l’unica».
La narrazione di sé passa attraverso il filtro della propria memoria, con i suoi flussi e riflussi: ecco che spesso la musica – nutrendosi del vissuto personale della compositrice – evoca dei paesaggi, oppure delinea volti, invoca dei nomi. Per vissuto non si intende l’esperienza soltanto, ma anche (e soprattutto, in questo caso) un vissuto interiore.
Insieme alle numerose influenze letterarie (Virginia Woolf, Sylvia Plath) e pittoriche (Dante Gabriel Rossetti e i Preraffaelliti), dichiarate sono le influenze musicali di Julianna Barwick, Agnes Obel, Kate Bush, PJ Harvey, Sinead O’Connor, Cocteau Twins, Siouxsie And The Banshees. Atmosfere dilatate, quasi sempre venate di malinconia, e sonorità liquide ricordano certa musica di matrice Wave o Dream Pop.
Si potrebbero definire “temi ricorrenti” malattia, ipocondria, perdita, lutto, assenza, distanza, amore nascente e abbandono, attesa, colpa, biasimo, estasi e caduta. Come al confine della consapevolezza, nei testi sono spesso presenti onirico e delirio, definiti dall’artista «uniche forme di linguaggio atte ad esprimere verità profonde, altrimenti inesprimibili».
Augustine si è occupata della produzione dell’album in toto, senza tralasciare gli aspetti di grafica e artwork, anch’essi da lei personalmente curati e costruiti intorno all’immagine di un fotogramma estratto dal video di Francesco Biccheri. Caratteri e motivi grafici ricordano quelli della stampa tipografica ottocentesca.
L’autrice ha realizzato anche una piccola tiratura di copie fisiche, optando per una fattura artigianale ed affidando ad Antonio Rossi il confezionamento degli astucci cartacei. È disponibile anche un numero limitato di copie in edizione deluxe, un cofanetto, somigliante – per forma, contenuti scritti e veste grafica – ad un libro o un taccuino.
Al suo interno (oltre alle citazioni letterarie sopra riportate) si trova una track-list in forma di sommario, con una suddivisione dei contenuti in capitoli, ciascuno con il proprio titolo e a sua volta ripartito in paragrafi, ovvero i brani. «Si tratta della traccia mentale seguita nella composizione stessa del lavoro» – spiega Augustine.
Grief And Desire e Augustine costituiscono un momento di presentazione, un’introduzione (foreword, appunto), dal titolo Latencies, ovvero “latenze”, dal testo di Augustine.
Two Loves e Tell Her Lies, a seguire, sono racchiuse nel “Capitolo Primo”, intitolato The Scarlet Garment (“l’abito scarlatto”, che nel testo di Two Loves sta a simboleggiare biasimo e senso di colpa).
Nel “Capitolo Secondo”, Rising and Forsaken Love, troviamo Hibiscus – a proposito di “amore nascente” – in contrapposizione a In The Mountains e Caesious Was The Colour, due brani sulla perdita e la fine di un amore.
Il “Capitolo Terzo”, Fancies, vede invece contrapporsi due forme di onirico, quello del sogno notturno, A Dream, e diurno, Reverie.
Segue Absences, il “Capitolo Quarto”, dove troviamo tre volti, che spesso «si delineano anche attraverso un paesaggio»: Bruno, Bice e Speak Motherese.
In conclusione, una postfazione (afterword, in inglese), a ritroso sull’infanzia e l’essere al mondo, Lost Feathers (“piume smarrite”, dal testo di Freckles), con Guilt, Freckles – «di natura maschile» – e Azure – «di natura femminile», come indica l’autrice.
Si riporta a seguito una lista sintetica delle tracce:
1. Grief And Desire
2. Augustine
3. Two Loves
4. Tell Her Lies
5. Hibiscus
6. In The Mountains
7. Caesious Was The Colour
8. A Dream
9. Reverie
10. Bruno
11. Bice
12. Speak Motherese
13. Guilt
14. Freckles
15. Azure
Per l’uscita dell’album, si è posto il problema di come portare un’autoproduzione solista come Grief And Desire dal vivo, senza sacrificarne la sonorità, la complessità e gli elementi, comprese le numerose stratificazioni vocali. A questo proposito, viene formata nel Novembre 2017 una nuova band, che accompagnerà Augustine in tour presso alcuni locali e contesti della Regione. Al chitarrista Filippo Simonetti – che già affianca la cantautrice nei concerti, da un paio di anni – si uniranno Riccardo Corradini (basso) e Niccolò Franchi (batteria, batteria elettronica, percussioni, softwares).