Giorni Migliori
Descrizione
Fantasie Mi piaceva l’idea di partire così, con un pezzo rock’n’roll che trasmettesse vita e soprattutto voglia di vivere. Alla fine per me il compito fondamentale delle canzoni sta proprio nel senso di questo testo: provocare la fantasia.
Pensa se ogni sabato fosse carnevale
E fino alla fine ti potessi divertire
Pensa se davvero la ragazza che hai di fianco
Ti ridesse indietro gli occhi del bambino
Tu che dicevi
La disillusione m'ha cambiato per sempre
Guarda
Gli occhi brillano, e sei quel che sei
Con i sogni accesi
Quante fantasie
Pensa se davvero non ci fosse il lunedì
Pensa creder solo a ciò che vivi qui
Pensa se davvero dopo tanta delusione
Fossi puro come eri senza mai cambiare
Tu che dicevi, dovrò diventar grande
se così va il mondo
Guarda
Gli occhi fremono, sei quel che sei
Con i sogni accesi
Quante fantasie
Pensa fosse vero esistesse il per sempre
Vivere ogni instante comunque nel presente
Ci si tiene vivi
Jenny Dopo un inizio così giocato a celebrazione della vita ecco l’apice opposto del disco. Jenny e’ la storia di una ragazza abituata ad avere tutto e che si trova a dover capire che nella vita non sempre va così. Figlia della frenesia dei nostri tempi, si trova spaesata nel momento in cui capisce di essere obbligata a fermarsi per mettere insieme un’anima sulla quale poter crescere. Il nome è un tributo a “Jenny è pazza” di Vasco, ragazza che invece non ha retto l’urto ed è impazzita.
Jenny si ferma Ha una faccia sconvolta
Non ha il sorriso
Che aveva una volta
Sta pensando
che non ha più la forza
La vita ne ha chiesta
Davvero troppa
Smette di correre
Di inseguire i suoi guai
Che sembra non bastino mai
Jenny è stanca
Di avere il mondo addosso
Non era pronta
A vedere il tempo come un mostro
Lei così bella
Sicura di ogni gesto
Non era pronta
A non riconoscere lo specchio
A cercarsi l'anima
Jenny si sdraia
Le luci son spente
Non ha più voglia
Di ascoltare la gente
E con le mani
Si tiene le spalle
Ora strette
Erano larghe
Smette di amare
Pensando che ormai
Certi istanti non tornano mai Jenny ha smesso
Di credere alle favole
Il lieto fine è per storie inventate
Ma se ora hai visto
Che niente dura niente
Neanche il dolore Jenny può essere per sempre
Quella è l'anima
Jenny si ferma
Posa anche il cuore
Accetta la vita
Come il dolore
Lascia i pensieri
Pensando che in fondo
Sono poi gli occhi
Che cambiano il mondo
E si siede ad aspettare
Un giorno o chissà
Per accettare la realtà
Jenny è stufa
Di versare lacrime
Ma ora sei tu
Jenny, ora, sai piangere
Siamo qui
A perdere la via
E ritrovarci
In un attimo di follia
Ma con un un'anima
Il Battito del cuore Dopo una canzone sul dolore eccone una sulla sua superazione. Ha un concetto molto semplice ma quanto mai fondamentale secondo me, ossia che fa comunque stare meglio riuscire a pensare che prima o poi le cose torneranno ad andare come vuoi.
Un suono troppo alto
Spesso troppo basso
Difficile da lasciare
Impossibile da non sentire
Si fa spazio nel tuo petto
Si diffonde in tutto il corpo
E’ un periodo che fa rumore
Il battito del tuo cuore
Ma se c'è un pensiero
cui credere davvero
E’ che tornerà a cantare
Il battito del cuore
E l'unica gara al mondo
La fai sempre con te stesso
È un'armonia da rifare
È un suono da cercare
Tra sogni speranza e tempo
Avendo sempre chiaro
Che se c'è un pensiero
Cui credere davvero
È’ che tornerà a cantare
Il battito del cuore
Senza tempo a cui pensare
Ballando come vuole
E l'unica sfida al mondo
È’ non perdere un'istante
Che il rumore non fa paura
Farebbe paura non rischiare
Buonanotte alla mia città Beh, una volta superata la fase di dolore più intensa in genere ci si attacca ancor di più a ciò che si ha. Ecco quindi una canzone sulla mia città, Ivrea, pensata in una Domenica sera in cui, come tante altre domeniche sere, ho dovuto prendere per andare in un’altra città in cui studio. E’ anche un pò una canzone sugli amici di una vita.
alla mia città
Devo andare è Domenica
Buonanotte a casa mia
alla discoteca e al bar
Buonanotte alla mia città
Alle facce che son sempre qua
E quegli amici che comunque sai
Poi ti mancano
Chi sa sempre cos'hai in testa
E così non chiede mai
dà un motivo per brindare
Anche se di voglia non ne hai
Chi comunque sai che c'è
Il venerdì sera
Di vita si, vera
C’è un posto nel mondo Dove non cambi mai E vai bene cosi’
Come sei
Buonanotte alla mia città
Da quell'aria nostalgica
Che qui ogni angolo sai
Parla di me
Buonanotte alla mia città
E agli anni che ho lasciato la
A quel cortile della scuola che
Aspettava sempre te
A chi mi dice di scappare
Che il futuro non è qua
Io che quando scappo è per tornare
Dove è cresciuta l'anima
Da chi comunque sai che c'è
Il venerdì sera
Di vita si, vera
C’è un posto nel mondo Dove non cambi mai E vai bene cosi’
Come sei
Ora che son via Un altro punto fermo e’ sicuramente la famiglia. Capita a tutti, prima o poi, di andare a vivere in un’altra casa che non sia quella in cui si e’ cresciuti con i genitori, e, probabilmente, sarà anche capitato a tanti di chiedersi un po’ cosa sia rimasto del loro insegnamento.
Ora che sono via
E che non torno a casa per cena
E la compagnia
Siete poi voi la sera
Ora che son via
E qualcuno la chiama libertà
E c’e’ chi ha una scusa
Per scappar di qua
Mentre io porterò
sempre qui con me
La vostra storia d'amore
Non servirà altro
Ho visto così
Le più grandi lezioni mica si insegnano
Si vivon qui
E ora che son via
Andrò un po' come riesco
E ci vuole fantasia
Per restare col pensiero più sveglio
Ora che sono via
E poi chissà come andrà
Se farò come penso
O qualcuno mi dirà
Ma so che porterò Sempre qui con me
La vostra storia d'amore
Non servirà altro
Ho visto così
Le più grandi lezioni mica si insegnano
Si vivon qui
E quante volte
Sono tornato
E quante volte
Tornerò
Senza certezze
Dal passato
Ma una c
Le più grandi lezioni
Mica si insegnano
Si vivon qui
Si Può Credere Al Meglio Senza dubbio, oltre che la città e la famiglia, un punto fermo sarà sempre la musica. Ecco quindi un grosso grazie che voglio cantare alla musica che mi ha permesso di trovare capacità ed ispirazione per mettere in gioco anche la mia di creatività, che, citando il testo, va “Dall’Emilia a Via Del Campo” “fino alle porte del paradiso” Dylaniane. Mi piaceva anche l’idea di far suonare il riff con delle tastiere cosi’, un po’ elettroniche, come dire che se è pur vero che la musica a cui mi rifaccio affonda le radici negli anni ’70, i suoni sono in costante evoluzione, vanno avanti anche loro.
Ho preso qualche giorno
In giro per il mondo
E mi ha dato una matita
Ho preso qualche giorno
Tra l'Emilia e via del campo
E ho disegnato quelli a venire
E grazie per il foglio
Se la mia stanza ha un suono
E per tre minuti non mi avranno
Si può credere al meglio
Gli occhi lucidi sono il gioco
Del resto della vita
Questo è il primo giorno
E ho preso qualche giorno
Col pensiero oltre oceano
Fino alle porte del paradiso
E grazie per il viaggio
Se per poco ho volato
E il mio pensiero non lo avranno
Si può credere al meglio
E con una canzone poi è facile
Ogni istante cantato al cielo
Colora un anima un po' più fragile
Siamo soli quando cambia il vento
Siamo soli quando crolla il tempo
Ma c'e' una strofa per capire
Che nascono e non invecchiano
Le idee non hanno tempo
È così che non ci avranno
Si può credere al meglio
E con una canzone poi è facile
Ogni istante cantato al cielo
Colora un'anima un po' più fragile
Giorni Migliori Ecco che, una volta superato il dolore e aver individuato qualche punto fermo della propria vita, ci sono due canzoni che riguardano fondamentalmente la formazione del carattere. La prima e’ “giorni migliori”, che e’ un po’ un inno alla capacità di avere degli obbiettivi nella vita attorno a cui cercare di fare girare il resto, e non viceversa. Un inno alla capacità di rimanere se stessi.
Non è semplice sceglier l'illusione
E lasciare la realtà
Non lo è perdonarsi un errore
Per un attimo di libertà
Pensare quell'idea di futuro
E' un conto che resterà qua
E vedere che il mondo non cambia
Quando è diverso dalla tua verità
Non e' semplice
Accettar le stagioni
E le nuvole
Sui giorni migliori
Che la natura qui parla chiaro
bellezza e dolore e vanno per mano
E se l'inverno
dirà in fondo non sei meglio di niente
La primavera
dirà nessuno è come te
Chi sa cosa vuole
Sa non cambiare
Non è semplice ripartire da zero
Quando sai che la vita è una
Tu che volevi viverla davvero
Su una strada che è andata in fumo
Non lo è capire che passano
Pochi giorni li decidi te
Ma si può vivere davvero al massimo
Che se il mondo cambia non cambierai te
Non è semplice
non credere più a niente
Che non sia
La tua verità
Ma un mondo sbagliato sai tira fuori
Sogni precisi di giorni migliori
E se l'inverno
dirà in fondo non sei meglio di niente
La primavera
dirà nessuno è come te
Chi sa cosa vuole
Sa non cambiare
È normale andare avanti
È naturale a volte crescere
È fondamentale rimanere se stessi
Quello sì dipende da te
Giro Di Do Nella formazione del carattere ci ho inserito anche il mio modo di fare musica, che poi volendo si può anche un po’ prendere come metafora della vita. Questa canzone si intitola “Giro di Do” perché gira appunto sul classico giro di accordi Do Sol La- Fa, proprio come la canzone precedente. Sono canzoni con una struttura semplice, ma io credo che fare bene le cose semplici sia una delle cose più difficili a questo mondo.
E sapessi le volte
Che mi fermo a pensare
Per farmi sentire
Non so come fare
Che non ho dietro niente
Solo qualche canzone
Che se ne frega di tutto
Perché è scritta col cuore
E il primo ad ascoltare, sono io
Se passi di qui lo senti che Tu troverai me
Il giro d’un amore un po' d'Emilia, beh…
Solo un giro di Do
Ma resterà in tutto il viaggio… Oh
E sapessi le volte
Che mi chiedo com'è
Che mi trovo a cantare
Di ciò che tengo per me
E che giro fa l'ego
Se ne frega di un palco
Ma sai che quando scende
Non ha niente di fianco
Ma il primo per cui salgo, sono io
E se passi da sotto lo senti che.
Tu troverai me
Che sia al bar, o sul palco beh
Sarà un giro di Do
Ma lo sentirai, quant'è sincero oh E sapessi le volte
Che mi son sentito un po' fuori
E portare al gruppo
Solo mie canzoni
Se sapessi le volte
Nemmeno ci credi
Ma ero capitano
Già con la palla tra i piedi
E il primo qui a correre sarò io
E comunque sia saprete che
Qui troverete me
A tenere la voce, col cuore beh
Sarà un giro di do
Ma dirà tanto, sempre tanto oh ..
Una canzone m'e' rimasta
una frase è qui in giro
"Quando uno scrive
Deve avere un motivo"
Puoi cantare alla finestra
Puoi cantare a San Siro
Ma passerà la vita
Ogni volta dal vivo
Dove porterà la strada non lo so
Ma mi troverai a cantare, in un giro di Do
Le storie che restano Questa a primo ascolto puo’ sembrare una canzone d’amore, e alla fine ognuno interpreta le canzoni un po’ come vuole, pero’ in realtà non è rivolta ad una persona ma alla libertà. Mi piaceva l’idea di dare questa illusione di “canzone d’amore” per far intendere in modo velato come la libertà esista nei momenti piu’ belli e spesso anche piu’ semplici che si possano condividere con qualcuno.
Mi ricorda te
Questo cielo sereno
Le canzoni che ho scritto
Quando ancora non ti conoscevo
Mi ricorda te
Una serata e un bicchiere
E star cosi’ bene
Per poi sapere che c’era un perché
E la tentazione di fuggire lontano
Senza ragione
Con un vizio per mano
Che è sempre stata qua
E così Io e te
A un tavolo a ridere
A viaggiare nel mondo e trovarci nel centro
E lasciare guidare il vento
E così
Libertà
Non mi dici mai come andrà
Non esiste risposta che valga un momento
Le storie che restan dentro
Mi ricorda te
Questo cielo mai fermo
Le risposte che cerco
Quando alla fine rimane il mistero
E quella canzone che dicon leggera
Ma rimane nel cuore Se viene la sera
E ogni tanto torna qua
E così Io e te
Un film un divano e
Passar la serata e volerne altre cento
E lasciare guidare il vento
E così Libertà
Non mi dici mai come andrà
Non esiste risposta che valga un momento
Le storie che restan dentro
Ci sono giorni in cui sei leggero
E non ti chiedi se il cielo sia pieno
E tutto sembra servito davvero
Che ci sei tu
E così Liberta
Ci si perde e si trova qua
Con la vita alla fine che prende il suo senso
Le storie che restan dentro
Puoi contare su di me Capita che le cose non vadano come vorremmo, e capiterà ancora, ma vale sempre e comunque la pena saper dire "Puoi contare su di me" a chi per noi conta. Questo per me è celebrare la vita.
Quante volte ho messo il cuore
Ma non basta mai
Come un gioco infinito dove
Non vincerai
Ma la cattiva strada
ricorda che quaggiù
Sulla via del dolore c'è di più E sono qui non c'è un perché Puoi contare su di me
Quante volte mi sono illuso
Ma non basta mai
Quanta fiducia è andata persa
E non tornerà
Ma la cattiva strada
Ricorda che quaggiù
Sulla via dell'amore c'è di più
E sono qui non c'è un perché
Puoi contare su di me
Ora i dadi sono in gioco E non torni indietro più
E la vita che hai in sogno
La troverai quaggiù
Ma puoi contare su di me
La mia generazione Dopo aver allargato lo sguardo all’inevitabilità del destino ecco che invece l’album vuole chiudere con un pensiero ben preciso su quella che io vedo come la mia generazione. Descrivendo una mia serata, alcuni miei vizi, difetti e debolezze ho cercato di dare delle istantanee di una generazione, magari che siano un po' più profonde di quelle che dà chi ci etichetta come un esercito di "vuoti" e legati ad abitudine effimere. Anzi, proprio noi che abbiamo vissuto questi tempi che corrono ai mille all’ora sapremo vedere, forse anche meglio, ciò che davvero conta. Oltre che a far chiudere l’album con speranza, mi piaceva l’idea di farlo chiudere anche con un pezzo acustico, proprio come fanno i dischi che più mi sono piaciuti, penso a “Buon compleanno Elvis”, “Highway 61”, “The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle”, “Ziggy Sturdust”…
Siamo al passo coi tempi, che son per tutti vincenti
Tra Bomber, modelle, dj e cantanti
Ieri ho messo una foto
Per dire quanto sto bene
Ma ero con le cuffie nel letto
Non riuscivo a dormire
Ero con le cuffie nel letto, non riuscivo a dormire
Ho conosciuto a ballare una ragazza straniera
Ci siam scambiati la pelle, poche parole
Mi ha lasciato il suo nome che la potessi cercare
Farle sentire nel tempo ancora un po' d'attenzione
Tra migliaia di amici e dei loro mi piace
Quante richieste, inviti a serate
io ho perso l'amore, non so più che fare
Non disseta e lo sai l'acqua di tutto del mare
Non disseta lo sai l'acqua di tutto il mare
E' un mondo confuso più veloce del vento Ed è facile perdersi nel progettare una vita
Indurirsi col mondo dietro ad un muro di like
per sentirsi apprezzati ma non crederlo mai
E tra feste e serate, consumazioni e girare
Col sole che sorge tornare a dormire
E c'è chi è troppo eccitato va in cerca di un'emozione
Che dia equilibrio, un po' di risoluzione
Che dia equilibrio, un po' di risoluzione
Seduto in metro sto per chiudere gli occhi
Ma di fronte a me dorme una ragazza stupenda
Abbiam pochi spiccioli ingenuità a miliardi
Ma bisogna esser piccoli per diventar grandi
Come la donna e la bimba che ci sta a guardare
Sicura di stima e di ammirazione
Noi sappiam non disseta l'acqua di tutto il mare
E più forte del niente e dell'indecisione
Ti porterà un gran mondo la mia generazione
Pensa se ogni sabato fosse carnevale
E fino alla fine ti potessi divertire
Pensa se davvero la ragazza che hai di fianco
Ti ridesse indietro gli occhi del bambino
Tu che dicevi
La disillusione m'ha cambiato per sempre
Guarda
Gli occhi brillano, e sei quel che sei
Con i sogni accesi
Quante fantasie
Pensa se davvero non ci fosse il lunedì
Pensa creder solo a ciò che vivi qui
Pensa se davvero dopo tanta delusione
Fossi puro come eri senza mai cambiare
Tu che dicevi, dovrò diventar grande
se così va il mondo
Guarda
Gli occhi fremono, sei quel che sei
Con i sogni accesi
Quante fantasie
Pensa fosse vero esistesse il per sempre
Vivere ogni instante comunque nel presente
Ci si tiene vivi
Jenny Dopo un inizio così giocato a celebrazione della vita ecco l’apice opposto del disco. Jenny e’ la storia di una ragazza abituata ad avere tutto e che si trova a dover capire che nella vita non sempre va così. Figlia della frenesia dei nostri tempi, si trova spaesata nel momento in cui capisce di essere obbligata a fermarsi per mettere insieme un’anima sulla quale poter crescere. Il nome è un tributo a “Jenny è pazza” di Vasco, ragazza che invece non ha retto l’urto ed è impazzita.
Jenny si ferma Ha una faccia sconvolta
Non ha il sorriso
Che aveva una volta
Sta pensando
che non ha più la forza
La vita ne ha chiesta
Davvero troppa
Smette di correre
Di inseguire i suoi guai
Che sembra non bastino mai
Jenny è stanca
Di avere il mondo addosso
Non era pronta
A vedere il tempo come un mostro
Lei così bella
Sicura di ogni gesto
Non era pronta
A non riconoscere lo specchio
A cercarsi l'anima
Jenny si sdraia
Le luci son spente
Non ha più voglia
Di ascoltare la gente
E con le mani
Si tiene le spalle
Ora strette
Erano larghe
Smette di amare
Pensando che ormai
Certi istanti non tornano mai Jenny ha smesso
Di credere alle favole
Il lieto fine è per storie inventate
Ma se ora hai visto
Che niente dura niente
Neanche il dolore Jenny può essere per sempre
Quella è l'anima
Jenny si ferma
Posa anche il cuore
Accetta la vita
Come il dolore
Lascia i pensieri
Pensando che in fondo
Sono poi gli occhi
Che cambiano il mondo
E si siede ad aspettare
Un giorno o chissà
Per accettare la realtà
Jenny è stufa
Di versare lacrime
Ma ora sei tu
Jenny, ora, sai piangere
Siamo qui
A perdere la via
E ritrovarci
In un attimo di follia
Ma con un un'anima
Il Battito del cuore Dopo una canzone sul dolore eccone una sulla sua superazione. Ha un concetto molto semplice ma quanto mai fondamentale secondo me, ossia che fa comunque stare meglio riuscire a pensare che prima o poi le cose torneranno ad andare come vuoi.
Un suono troppo alto
Spesso troppo basso
Difficile da lasciare
Impossibile da non sentire
Si fa spazio nel tuo petto
Si diffonde in tutto il corpo
E’ un periodo che fa rumore
Il battito del tuo cuore
Ma se c'è un pensiero
cui credere davvero
E’ che tornerà a cantare
Il battito del cuore
E l'unica gara al mondo
La fai sempre con te stesso
È un'armonia da rifare
È un suono da cercare
Tra sogni speranza e tempo
Avendo sempre chiaro
Che se c'è un pensiero
Cui credere davvero
È’ che tornerà a cantare
Il battito del cuore
Senza tempo a cui pensare
Ballando come vuole
E l'unica sfida al mondo
È’ non perdere un'istante
Che il rumore non fa paura
Farebbe paura non rischiare
Buonanotte alla mia città Beh, una volta superata la fase di dolore più intensa in genere ci si attacca ancor di più a ciò che si ha. Ecco quindi una canzone sulla mia città, Ivrea, pensata in una Domenica sera in cui, come tante altre domeniche sere, ho dovuto prendere per andare in un’altra città in cui studio. E’ anche un pò una canzone sugli amici di una vita.
alla mia città
Devo andare è Domenica
Buonanotte a casa mia
alla discoteca e al bar
Buonanotte alla mia città
Alle facce che son sempre qua
E quegli amici che comunque sai
Poi ti mancano
Chi sa sempre cos'hai in testa
E così non chiede mai
dà un motivo per brindare
Anche se di voglia non ne hai
Chi comunque sai che c'è
Il venerdì sera
Di vita si, vera
C’è un posto nel mondo Dove non cambi mai E vai bene cosi’
Come sei
Buonanotte alla mia città
Da quell'aria nostalgica
Che qui ogni angolo sai
Parla di me
Buonanotte alla mia città
E agli anni che ho lasciato la
A quel cortile della scuola che
Aspettava sempre te
A chi mi dice di scappare
Che il futuro non è qua
Io che quando scappo è per tornare
Dove è cresciuta l'anima
Da chi comunque sai che c'è
Il venerdì sera
Di vita si, vera
C’è un posto nel mondo Dove non cambi mai E vai bene cosi’
Come sei
Ora che son via Un altro punto fermo e’ sicuramente la famiglia. Capita a tutti, prima o poi, di andare a vivere in un’altra casa che non sia quella in cui si e’ cresciuti con i genitori, e, probabilmente, sarà anche capitato a tanti di chiedersi un po’ cosa sia rimasto del loro insegnamento.
Ora che sono via
E che non torno a casa per cena
E la compagnia
Siete poi voi la sera
Ora che son via
E qualcuno la chiama libertà
E c’e’ chi ha una scusa
Per scappar di qua
Mentre io porterò
sempre qui con me
La vostra storia d'amore
Non servirà altro
Ho visto così
Le più grandi lezioni mica si insegnano
Si vivon qui
E ora che son via
Andrò un po' come riesco
E ci vuole fantasia
Per restare col pensiero più sveglio
Ora che sono via
E poi chissà come andrà
Se farò come penso
O qualcuno mi dirà
Ma so che porterò Sempre qui con me
La vostra storia d'amore
Non servirà altro
Ho visto così
Le più grandi lezioni mica si insegnano
Si vivon qui
E quante volte
Sono tornato
E quante volte
Tornerò
Senza certezze
Dal passato
Ma una c
Le più grandi lezioni
Mica si insegnano
Si vivon qui
Si Può Credere Al Meglio Senza dubbio, oltre che la città e la famiglia, un punto fermo sarà sempre la musica. Ecco quindi un grosso grazie che voglio cantare alla musica che mi ha permesso di trovare capacità ed ispirazione per mettere in gioco anche la mia di creatività, che, citando il testo, va “Dall’Emilia a Via Del Campo” “fino alle porte del paradiso” Dylaniane. Mi piaceva anche l’idea di far suonare il riff con delle tastiere cosi’, un po’ elettroniche, come dire che se è pur vero che la musica a cui mi rifaccio affonda le radici negli anni ’70, i suoni sono in costante evoluzione, vanno avanti anche loro.
Ho preso qualche giorno
In giro per il mondo
E mi ha dato una matita
Ho preso qualche giorno
Tra l'Emilia e via del campo
E ho disegnato quelli a venire
E grazie per il foglio
Se la mia stanza ha un suono
E per tre minuti non mi avranno
Si può credere al meglio
Gli occhi lucidi sono il gioco
Del resto della vita
Questo è il primo giorno
E ho preso qualche giorno
Col pensiero oltre oceano
Fino alle porte del paradiso
E grazie per il viaggio
Se per poco ho volato
E il mio pensiero non lo avranno
Si può credere al meglio
E con una canzone poi è facile
Ogni istante cantato al cielo
Colora un anima un po' più fragile
Siamo soli quando cambia il vento
Siamo soli quando crolla il tempo
Ma c'e' una strofa per capire
Che nascono e non invecchiano
Le idee non hanno tempo
È così che non ci avranno
Si può credere al meglio
E con una canzone poi è facile
Ogni istante cantato al cielo
Colora un'anima un po' più fragile
Giorni Migliori Ecco che, una volta superato il dolore e aver individuato qualche punto fermo della propria vita, ci sono due canzoni che riguardano fondamentalmente la formazione del carattere. La prima e’ “giorni migliori”, che e’ un po’ un inno alla capacità di avere degli obbiettivi nella vita attorno a cui cercare di fare girare il resto, e non viceversa. Un inno alla capacità di rimanere se stessi.
Non è semplice sceglier l'illusione
E lasciare la realtà
Non lo è perdonarsi un errore
Per un attimo di libertà
Pensare quell'idea di futuro
E' un conto che resterà qua
E vedere che il mondo non cambia
Quando è diverso dalla tua verità
Non e' semplice
Accettar le stagioni
E le nuvole
Sui giorni migliori
Che la natura qui parla chiaro
bellezza e dolore e vanno per mano
E se l'inverno
dirà in fondo non sei meglio di niente
La primavera
dirà nessuno è come te
Chi sa cosa vuole
Sa non cambiare
Non è semplice ripartire da zero
Quando sai che la vita è una
Tu che volevi viverla davvero
Su una strada che è andata in fumo
Non lo è capire che passano
Pochi giorni li decidi te
Ma si può vivere davvero al massimo
Che se il mondo cambia non cambierai te
Non è semplice
non credere più a niente
Che non sia
La tua verità
Ma un mondo sbagliato sai tira fuori
Sogni precisi di giorni migliori
E se l'inverno
dirà in fondo non sei meglio di niente
La primavera
dirà nessuno è come te
Chi sa cosa vuole
Sa non cambiare
È normale andare avanti
È naturale a volte crescere
È fondamentale rimanere se stessi
Quello sì dipende da te
Giro Di Do Nella formazione del carattere ci ho inserito anche il mio modo di fare musica, che poi volendo si può anche un po’ prendere come metafora della vita. Questa canzone si intitola “Giro di Do” perché gira appunto sul classico giro di accordi Do Sol La- Fa, proprio come la canzone precedente. Sono canzoni con una struttura semplice, ma io credo che fare bene le cose semplici sia una delle cose più difficili a questo mondo.
E sapessi le volte
Che mi fermo a pensare
Per farmi sentire
Non so come fare
Che non ho dietro niente
Solo qualche canzone
Che se ne frega di tutto
Perché è scritta col cuore
E il primo ad ascoltare, sono io
Se passi di qui lo senti che Tu troverai me
Il giro d’un amore un po' d'Emilia, beh…
Solo un giro di Do
Ma resterà in tutto il viaggio… Oh
E sapessi le volte
Che mi chiedo com'è
Che mi trovo a cantare
Di ciò che tengo per me
E che giro fa l'ego
Se ne frega di un palco
Ma sai che quando scende
Non ha niente di fianco
Ma il primo per cui salgo, sono io
E se passi da sotto lo senti che.
Tu troverai me
Che sia al bar, o sul palco beh
Sarà un giro di Do
Ma lo sentirai, quant'è sincero oh E sapessi le volte
Che mi son sentito un po' fuori
E portare al gruppo
Solo mie canzoni
Se sapessi le volte
Nemmeno ci credi
Ma ero capitano
Già con la palla tra i piedi
E il primo qui a correre sarò io
E comunque sia saprete che
Qui troverete me
A tenere la voce, col cuore beh
Sarà un giro di do
Ma dirà tanto, sempre tanto oh ..
Una canzone m'e' rimasta
una frase è qui in giro
"Quando uno scrive
Deve avere un motivo"
Puoi cantare alla finestra
Puoi cantare a San Siro
Ma passerà la vita
Ogni volta dal vivo
Dove porterà la strada non lo so
Ma mi troverai a cantare, in un giro di Do
Le storie che restano Questa a primo ascolto puo’ sembrare una canzone d’amore, e alla fine ognuno interpreta le canzoni un po’ come vuole, pero’ in realtà non è rivolta ad una persona ma alla libertà. Mi piaceva l’idea di dare questa illusione di “canzone d’amore” per far intendere in modo velato come la libertà esista nei momenti piu’ belli e spesso anche piu’ semplici che si possano condividere con qualcuno.
Mi ricorda te
Questo cielo sereno
Le canzoni che ho scritto
Quando ancora non ti conoscevo
Mi ricorda te
Una serata e un bicchiere
E star cosi’ bene
Per poi sapere che c’era un perché
E la tentazione di fuggire lontano
Senza ragione
Con un vizio per mano
Che è sempre stata qua
E così Io e te
A un tavolo a ridere
A viaggiare nel mondo e trovarci nel centro
E lasciare guidare il vento
E così
Libertà
Non mi dici mai come andrà
Non esiste risposta che valga un momento
Le storie che restan dentro
Mi ricorda te
Questo cielo mai fermo
Le risposte che cerco
Quando alla fine rimane il mistero
E quella canzone che dicon leggera
Ma rimane nel cuore Se viene la sera
E ogni tanto torna qua
E così Io e te
Un film un divano e
Passar la serata e volerne altre cento
E lasciare guidare il vento
E così Libertà
Non mi dici mai come andrà
Non esiste risposta che valga un momento
Le storie che restan dentro
Ci sono giorni in cui sei leggero
E non ti chiedi se il cielo sia pieno
E tutto sembra servito davvero
Che ci sei tu
E così Liberta
Ci si perde e si trova qua
Con la vita alla fine che prende il suo senso
Le storie che restan dentro
Puoi contare su di me Capita che le cose non vadano come vorremmo, e capiterà ancora, ma vale sempre e comunque la pena saper dire "Puoi contare su di me" a chi per noi conta. Questo per me è celebrare la vita.
Quante volte ho messo il cuore
Ma non basta mai
Come un gioco infinito dove
Non vincerai
Ma la cattiva strada
ricorda che quaggiù
Sulla via del dolore c'è di più E sono qui non c'è un perché Puoi contare su di me
Quante volte mi sono illuso
Ma non basta mai
Quanta fiducia è andata persa
E non tornerà
Ma la cattiva strada
Ricorda che quaggiù
Sulla via dell'amore c'è di più
E sono qui non c'è un perché
Puoi contare su di me
Ora i dadi sono in gioco E non torni indietro più
E la vita che hai in sogno
La troverai quaggiù
Ma puoi contare su di me
La mia generazione Dopo aver allargato lo sguardo all’inevitabilità del destino ecco che invece l’album vuole chiudere con un pensiero ben preciso su quella che io vedo come la mia generazione. Descrivendo una mia serata, alcuni miei vizi, difetti e debolezze ho cercato di dare delle istantanee di una generazione, magari che siano un po' più profonde di quelle che dà chi ci etichetta come un esercito di "vuoti" e legati ad abitudine effimere. Anzi, proprio noi che abbiamo vissuto questi tempi che corrono ai mille all’ora sapremo vedere, forse anche meglio, ciò che davvero conta. Oltre che a far chiudere l’album con speranza, mi piaceva l’idea di farlo chiudere anche con un pezzo acustico, proprio come fanno i dischi che più mi sono piaciuti, penso a “Buon compleanno Elvis”, “Highway 61”, “The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle”, “Ziggy Sturdust”…
Siamo al passo coi tempi, che son per tutti vincenti
Tra Bomber, modelle, dj e cantanti
Ieri ho messo una foto
Per dire quanto sto bene
Ma ero con le cuffie nel letto
Non riuscivo a dormire
Ero con le cuffie nel letto, non riuscivo a dormire
Ho conosciuto a ballare una ragazza straniera
Ci siam scambiati la pelle, poche parole
Mi ha lasciato il suo nome che la potessi cercare
Farle sentire nel tempo ancora un po' d'attenzione
Tra migliaia di amici e dei loro mi piace
Quante richieste, inviti a serate
io ho perso l'amore, non so più che fare
Non disseta e lo sai l'acqua di tutto del mare
Non disseta lo sai l'acqua di tutto il mare
E' un mondo confuso più veloce del vento Ed è facile perdersi nel progettare una vita
Indurirsi col mondo dietro ad un muro di like
per sentirsi apprezzati ma non crederlo mai
E tra feste e serate, consumazioni e girare
Col sole che sorge tornare a dormire
E c'è chi è troppo eccitato va in cerca di un'emozione
Che dia equilibrio, un po' di risoluzione
Che dia equilibrio, un po' di risoluzione
Seduto in metro sto per chiudere gli occhi
Ma di fronte a me dorme una ragazza stupenda
Abbiam pochi spiccioli ingenuità a miliardi
Ma bisogna esser piccoli per diventar grandi
Come la donna e la bimba che ci sta a guardare
Sicura di stima e di ammirazione
Noi sappiam non disseta l'acqua di tutto il mare
E più forte del niente e dell'indecisione
Ti porterà un gran mondo la mia generazione