Collegio Lunare (demo)
I Collegio Lunare nascono nel 2012, composti da Antonio Riccelli - chitarra - Francesco Di Domenico alla batteria ed infine Gianluca Mancini al basso (oltre ad occuparsi della aprte grafico/artistica della band).
Questo progetto nasce abbracciato alle influenze shoegaze/post-punk sia europee che americane, mescolandosi continuamente.
Cominciano il loro percorso con il loro primo demo, omonimo e di 5 pezzi.
La prima cosa che ho notate è che, anche se sono nella loro forma più 'grezza' e primaria, si capiscono immediatamente le loro tecniche stilistiche.
Il demo si apre con Cassandra, con un vago retrogusto alla Verdena: appositamente stridente, dissonante, stile che mantengono anche Ermeneuta. In Elettrostasi, cominciano a mostrare il loro lato più sperimentale, ma sempre influenzato da venature rock strumentali.
In Solipsismo, si verso ad uno strumentale ipnotico condotto dalle chitarre riverberate, costruite in modo molto semplice ma efficace, sfumando infine Regina Olsen, un bel pezzo sperimentale, anch'esso molto riverberato, ben costruito, che chiude il demo.
Per quanto io sia una grande osservatrice della bellezza vocale e strumentale, devo ammettere di essermi lasciata trasportare da questi suoni onirici e molto post-punk, soprattutto perchè seguo molto questo genere, ed è bellissimo vedere band italiane che lanciano la loro personale interpretazione.
Di sicuro, sono da seguire, ascoltare e capire; ma attendo un loro lavoro più completo e curato, anche dal punto di vista del suono, per poter godere appieno della loro musica.
Martina Di Berardino
Questo progetto nasce abbracciato alle influenze shoegaze/post-punk sia europee che americane, mescolandosi continuamente.
Cominciano il loro percorso con il loro primo demo, omonimo e di 5 pezzi.
La prima cosa che ho notate è che, anche se sono nella loro forma più 'grezza' e primaria, si capiscono immediatamente le loro tecniche stilistiche.
Il demo si apre con Cassandra, con un vago retrogusto alla Verdena: appositamente stridente, dissonante, stile che mantengono anche Ermeneuta. In Elettrostasi, cominciano a mostrare il loro lato più sperimentale, ma sempre influenzato da venature rock strumentali.
In Solipsismo, si verso ad uno strumentale ipnotico condotto dalle chitarre riverberate, costruite in modo molto semplice ma efficace, sfumando infine Regina Olsen, un bel pezzo sperimentale, anch'esso molto riverberato, ben costruito, che chiude il demo.
Per quanto io sia una grande osservatrice della bellezza vocale e strumentale, devo ammettere di essermi lasciata trasportare da questi suoni onirici e molto post-punk, soprattutto perchè seguo molto questo genere, ed è bellissimo vedere band italiane che lanciano la loro personale interpretazione.
Di sicuro, sono da seguire, ascoltare e capire; ma attendo un loro lavoro più completo e curato, anche dal punto di vista del suono, per poter godere appieno della loro musica.
Martina Di Berardino
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