in the woods
È proprio un bel disco quello dei Nine Eight Central, quartetto di Verbania nato nel 2012 e musicalmente molto maturo.
Il sound della band è composto da una felice miscela di post rock, indie americano e pop d'autore.
Gli arrangiamenti essenziali, semplici ma costruiti con gusto e perizia, mettono in evidenza i preziosi intarsi strumentali, i silenzi e le atmosfere sognanti, in costante divenire.
Da sottolineare il gran lavoro dietro le pelli di Mario Bertazzi e la voce ammaliante di Federica Dalla Savina: all'interno dei brani la cantante veste i panni di una sirena che trasporta l'ascoltatore nei paesaggi notturni disegnati dal resto del gruppo.
Se dovessi scegliere il mio brano preferito di "In the woods" direi "Broke up", con il suo basso sinuoso e la melodia senza tempo, il ricordo di Jeff Buckley da qualche parte sullo sfondo, le pause oniriche, un coro catartico che irrompe, una voce che ti strappa il cuore.
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"Broke up" trasuda vita, morte, inizio e fine. Ora io non so bene di cosa parli il pezzo, ma ne sono stato fortemente suggestionato.
Per me "Broke Up" è una storia possibile tra le tante: una crisi di nervi di mezz'età, quando ti guardi allo specchio e non ti riconosci, mangiato dallo stress e dall'afa estiva.
Una corsa sotto la pioggia per raggiungere un nebbioso e stracolmo caffè di Parigi, nei primi anni del nuovo millennio, stando attento che le macchine non t'investano.
Oppure no.
Può essere la storia d'amore che sognavi da adolescente nella tua stanza, "Smell like teen spirit" in sottofondo, il poster sbiadito di ET appeso sopra il letto. Notti passate a guardare fuori dalla finestra le luci dei lampioni, e più su, sopra l'allora vago inquinamento luminoso, la luna. Ritrovarsi sospeso nel vuoto, seduto immobile davanti alla scrivania; a quell'età tutto sembra possibile.
Cos'è rimasto di quel periodo?
Beh, la musica.
È rimasta la musica.
Date un ascolto al disco dei Nine Eight Central e trovate anche voi la vostra canzone preferita.
Alessandro – Gruppi Emergenti
Il sound della band è composto da una felice miscela di post rock, indie americano e pop d'autore.
Gli arrangiamenti essenziali, semplici ma costruiti con gusto e perizia, mettono in evidenza i preziosi intarsi strumentali, i silenzi e le atmosfere sognanti, in costante divenire.
Da sottolineare il gran lavoro dietro le pelli di Mario Bertazzi e la voce ammaliante di Federica Dalla Savina: all'interno dei brani la cantante veste i panni di una sirena che trasporta l'ascoltatore nei paesaggi notturni disegnati dal resto del gruppo.
Se dovessi scegliere il mio brano preferito di "In the woods" direi "Broke up", con il suo basso sinuoso e la melodia senza tempo, il ricordo di Jeff Buckley da qualche parte sullo sfondo, le pause oniriche, un coro catartico che irrompe, una voce che ti strappa il cuore.
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"Broke up" trasuda vita, morte, inizio e fine. Ora io non so bene di cosa parli il pezzo, ma ne sono stato fortemente suggestionato.
Per me "Broke Up" è una storia possibile tra le tante: una crisi di nervi di mezz'età, quando ti guardi allo specchio e non ti riconosci, mangiato dallo stress e dall'afa estiva.
Una corsa sotto la pioggia per raggiungere un nebbioso e stracolmo caffè di Parigi, nei primi anni del nuovo millennio, stando attento che le macchine non t'investano.
Oppure no.
Può essere la storia d'amore che sognavi da adolescente nella tua stanza, "Smell like teen spirit" in sottofondo, il poster sbiadito di ET appeso sopra il letto. Notti passate a guardare fuori dalla finestra le luci dei lampioni, e più su, sopra l'allora vago inquinamento luminoso, la luna. Ritrovarsi sospeso nel vuoto, seduto immobile davanti alla scrivania; a quell'età tutto sembra possibile.
Cos'è rimasto di quel periodo?
Beh, la musica.
È rimasta la musica.
Date un ascolto al disco dei Nine Eight Central e trovate anche voi la vostra canzone preferita.
Alessandro – Gruppi Emergenti
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